Questo piano originariamente prevedeva un prelievo di 360 capi, 120 nelle riserve di caccia di ognuna delle tre province interessate, piu' altri 40 da effettuare nella Piana del Cansiglio da parte del personale istituzionale (agenti provinciali e guardie forestali): successivamente, su indicazione del presidente veneto Luca Zaia, si e' deciso di procedere sulla Piana solo con mezzi di dissuasione, evitando gli abbattimenti. Ma a distanza di oltre due anni dall'avvio del piano, di prelievi ne sono stati effettuati ben pochi nelle stesse riserve, per motivazioni diverse, che vanno da fattori climatici a situazioni orografiche, da modalita' e tempi di caccia inefficaci sino alla molto piu' semplice spiegazione che gli animali, quando hanno imparato quali sono le zone per loro a rischio, cioe' le riserve, si spostano altrove. Ma la conseguente eccessiva presenza di capi nelle aree demaniali e in quelle limitrofe, ha determinato forti impatti negativi anche sulle attivita' zootecniche e notevoli disagi ai residenti, che si sono visti distrutti i propri orti e giardini dai cervi.

"A oggi confermiamo la scelta del presidente Zaia di non procedere con i prelievi sulla Piana - ha puntualizzato Stival -, ma e' innegabile che, alla luce delle difficolta' di attuazione del piano e nel contempo dell'estrema preoccupazione per il futuro della foresta del Cansiglio, sia necessario individuare un piano d'azione efficace che salvaguardi l'intero ecosistema, perche', deve essere chiaro per tutti, la biodiversita' di quest'area e' in grave pericolo".

A conclusione dell'incontro, quindi, e' stato deciso di predisporre un documento elaborato dai tecnici degli Enti e delle amministrazioni competenti, nel quale si analizzano le criticita' emerse e si fa il punto della situazione, documento che i sindaci intendono presentare personalmente al presidente Luca Zaia. 

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