L'ALLARME NEL PADOVANO - (13/08/2013)

Il Corriere della Sera.it Regione Veneto
 
L'ALLARME NEL PADOVANO - (13/08/2013)
 
 
«Sui colli vendemmia in anticipo. Ci stanno pensando i cinghiali»
Coldiretti: «Gli animali assetati si nutrono dei grappoli ormai maturi e zuccherini: danni notevoli»

PADOVA - «Vendemmia» in anticipo di due-tre settimane sui Colli Euganei: merito dei cinghiali che da giorni stanno divorando quintali di uva destinata alla produzione dei vini di qualità. Lo denuncia la Coldiretti di Padova, secondo cui particolarmente gradita è la varietà moscato giallo, fiore all'occhiello della produzione vinicola locale, dalla quale si ottiene il moscato Fior d'Arancio Docg. Di notte e alle prime luci dell'alba i cinghiali, assetati in questi giorni di gran caldo, invadono i vigneti e li spogliano dei grappoli ormai maturi. Con il caldo faticano a trovare acqua a sufficienza, quindi si fanno delle grandi scorpacciate d'uva, particolarmente gradita perchè zuccherina.
 
Non a caso i vigneti più razziati sono quelli dei bianchi e in particolare del moscato. Gli ungulati non si limitano ai grappoli più bassi perchè sono in grado di alzarsi sulle zampe posteriori anche appoggiandosi ai pali di sostegno delle viti. I danni sono già notevoli, denunciano i viticoltori di tutta l'area euganea, da Vò ad Arquà, da Teolo a Cinto, da Este a Torreglia ma anche a Baone, Galzignano, Rovolon. Quintali e quintali d'uva divorata dai cinghiali o danneggiata, una perdita di produzione che si annuncia ancor più grave dello scorso anno, quando decine di aziende avevano dovuto fare i conti con queste razzie. I produttori sono esasperati e impotenti, ogni mattina costretti a fare la conta dei danni e a scoprire vigneti distrutti. All'ordine del giorno le segnalazioni al Parco Colli Euganei e ai Comuni. Con il passare dei giorni la situazione si fa sempre più drammatica e Coldiretti Padova torna a chiedere l'immediata applicazione di un capillare piano di abbattimento. «È evidente che non ci sono altre soluzioni - afferma Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova - e che l'unica possibilità per fermare questo flagello è quella di sparare».