Il prelievo dei calvi in tardo inverno - (03/02/2014)

CAFFEditrice.com
 
Il prelievo dei calvi in tardo inverno - (03/02/2014)
 
Editoriale "Cacciare a Palla" febbraio 2014 
 
 
Prima di iniziare a sviluppare l'argomento di questo editoriale, vorrei ricordare a tutti i cacciatori a palla che nel momento in cui abbattono una femmina di ungulato, di qualsiasi specie essa sia, questa femmina, a meno che non di tratti di una yearling prima della stagione degli amori (utilizziamo il termine yearling, animale che ha compiuto un anno, e non sottile, visto che questo discorso vale anche per i bovidi), questa o è pregna o è in fase di allattamento/svezzamento.

Quindi, chi si sente in dovere di tessere, certamente in buona fede e altrettanto certamente con la proprie, buone ragioni, una pietosa tela che copra queste azioni (tirare femmine in avanzato stato di gravidanza) di carattere prettamente pratico/gestionale è libero di farlo, decidendo di non sparare oltre una certa data o in determinati periodi o, ancora, quando non se la sente di farlo. Ma i principi della gestione conservativa delle popolazioni di ungulati ci consigliano di tutelare i vivi (parlando principalmente dei classe 0), ritardando il più possibile la data di inizio del loro prelievo (e di quello delle madri), e non i nascituri. Questo vuole dire essere pronti ad aprire una femmina di capriolo, di daino, di muflone e degli altri ungulati cacciabili a febbraio e trovare un numero imprecisato di feti più o meno formati (i mufloni, che sono i primi a partorire, saranno verosimilmente i più formati); fa parte della forma di caccia/gestione che abbiamo scelto.
 
Malgrado questa possa essere sicuramente una cosa toccante, dobbiamo metterci bene in testa ciò che ho scritto pocanzi: è imperativo, in un contesto di gestione conservativa, tutelare i nati e non i nascituri. Molti di noi, io compreso, eravamo convinti che l'imprinting, le cure parentali, terminassero con lo svezzamento (in particolar modo le femmine di capriolo durante la loro stagione degli amori estiva, allontanano i piccoli, ma solo per difenderli dalla bagarre degli accoppiamenti); questo è molto sbagliato.
 
Studi approfonditi internazionali hanno accertato che anche durante i mesi freddi, durante le nevicate (tipiche ormai anche del nostro Appennino), le madri insegnano alla prole tutti quei piccoli comportamenti/segreti per sopravvivere e per passare l'inverno (certo, con cinque o sei metri di neve questo discorso non sta in piedi, ma vorrei fare riferimento a un inverno "normale").

Quindi, a parte nella Zona Alpi, dove per motivi pratici (orografia, innevamento, ma più che altro zone di alta concentrazione ecc.), il prelievo deve terminare entro la fine dell'anno, in tutto il territorio appenninico (malgrado siano presenti alcuni distretti paragonabili come orografia e innevamento alla Zona Alpi, per i quali eventualmente si può legiferare in modo specifico), più viene ritardato il prelievo e meglio è, e parlo di gennaio (oltre la metà), febbraio, fino a metà marzo.

Chi dovesse scandalizzarsi nel dover smaltire, insieme alle interiora, feti già quasi totalmente formati, pensi fondamentelmente a due cose: la prima è che la mortalità infantile è solitamente altissima, la seconda, più importante, è che se avesse tirato la stessa femmina a settembre questa avrebbe portato comunque i feti in grembo in embriostasi e in più stava "insegnando a sopravvivere" ai suoi piccoli, nati e sopravvissuti alle insidie più pericolose, quelle che interessano le prime settimane di vita.
 
Ora, tirare a una femmina con prole prima di ottobre credo sia una vera follia e giustamente anche i CA penalizzano (in modo lieve) chi porta al centro di controllo una femmina con il latte fino a oltre metà novembre.

Per quanto concerne l'argomento principale, il tiro dei calvi a fine inverno, senza scomodare l'etica, che è una coperta che viene tirata di qua e di là a seconda di cosa si desidera coprire, la parola d'ordine che deve entrare in testa a chi si scandalizza alla vista dei feti deve essere: il principale obiettivo gestionale è tutelare i vivi e non i nascituri!

M.C. di Danilo Liboi & C., editoriale Cacciare a Palla febbraio 2014