Caccia al cinghiale anche nelle aree non vocate, ma in totale sicurezza: parola della Provincia - (01/10/2013)

Lo Schermo.it Regione Toscana
 
 
 
Caccia al cinghiale anche nelle aree non vocate, ma in totale sicurezza: parola della Provincia - (01/10/2013)

LUCCA, 29 settembre - Caccia al cinghiale in piena sicurezza anche nelle zone dove normalmente non si caccia questo animale. Questo è quanto pianificato dalla Provincia di Lucca, come spiegano l'assessore provinciale alla Caccia, Diego Santi, e il presidente dell'ATC 12 Lucca, Riccardo Carloni.

La recente delibera della giunta provinciale, infatti, ha inserito le aree non vocate nel piano di gestione generale del cinghiale per il 2013-2014: qualora tutti i sistemi per arginare la presenza dei cinghiali nei pressi degli insediamenti umani non risultassero sufficienti, laddove si sia verificata una costante e massiccia presenza di questi animali, sarà possibile cacciarli, ma sotto il segno della sicurezza.

“Questo regolamento - spiegano Santi e Carloni - nasce sulla base del Programma di gestione degli Ungulati approvato dalla Provincia ed ha come scopo principale il prelievo più razionale ed efficace, con il maggior grado di sicurezza”. L’attività venatoria infatti deve sempre osservare, in modo rigoroso, i limiti e divieti imposti da leggi e regolamenti. E, quindi, non può essere lasciata al caso.

“Siamo coscienti - proseguono Santi e Carloni - che in questo modo si introducono nuove regole da rispettare e questo, comprensibilmente, può causare qualche malumore. Ma certamente, per la difesa di punti di vista particolari, non è possibile usare argomenti allarmistici come un’ipotetica mancanza di sicurezza”.

Ecco, quindi, la critica di mancanza di sicurezza che è stata mossa al nuovo regolamento, per Palazzo Ducale è del tutto infondata: “è paradossale che norme quali l’introduzione del giubbetto ad alta visibilità durante le azioni di caccia anche in area non vocata, possano essere valutate come negative ai fini della sicurezza”, dice l’assessore provinciale che spiega anche come, dall’introduzione di questo giubbetto per le aree vocate si è registrato un sostanziale calo degli incidenti avvenuti a causa della caccia agli ungulati.
 
Il regolamento, inoltre, impone una serie di norme che prevedono l’identificazione preventiva di chi caccerà il cinghiale in area non vocata, attraverso il rilascio di un apposito tesserino, la fornitura di fascette da apporre sui capi abbattuti, l’obbligo di fornire in un tempo stabilito, i dati relativi agli abbattimenti effettuati.

“Anche per quanto riguarda la collaborazione alla gestione delle zone non vocate richiesta alle squadre - spiegano ancora Santi e Carloni -, il criterio della sicurezza risulta al primo posto. Infatti, gli interventi, qualora si rendano necessari durante la stagione venatoria, saranno improntati ad un rigido criterio di valutazione con attenzione sia alla tipologia di aree di intervento già individuate e cartografate sia alle modalità di realizzazione”.

Ancora a garanzia della sicurezza, le battute potranno svolgersi solo nel giorno di giovedì e dopo le ore 11, minimizzando così il disturbo sull'attività di altri cacciatori e riducendo proporzionalmente i rischi di utilizzo contemporaneo del territorio di caccia.

“Risulta chiaro che il Regolamento in questione - concludono Santi e Carloni -, ampiamente condiviso da tutte le maggiori associazioni venatorie e sottoscritto anche dalle associazioni agricole che lo vedono come uno strumento indispensabile per un prelievo equilibrato su tutto il territorio provinciale, nasce proprio per estendere la sicurezza nell’esercizio della caccia al cinghiale in aree che oggi non hanno lo stesso livello di sicurezza delle aree vocate”.

Intanto anche Pietrasanta si sta muovendo per contenere la presenza di ungulati: nelle zone collinari del territorio (Strettoia, Solaio, Valdicastello, Vallecchia, Pontaranci, Capezzano Monte e Capriglia) è stata segnalata la presenza di cinghiali sia in orario diurno che notturno. Gli animali, stando alle segnalazioni, alla costante ricerca di cibo, invadono le proprietà private e la viabilità pubblica, causando disagi e pericolo.

Una presenza accertata anche dalla Provincia, attraverso numerosi sopralluoghi: si è dunque ritenuto necessario adottare interventi di contenimento tramite l’installazione di dissuasori (come ad esempio quelli olfattivi), recinti elettrificati, interventi di allontanamento senza armi o, in ultima istanza, qualora tutto questo non abbia alcun effetto, effettuare delle battute di caccia straordinarie, rispettando sia i regolamenti sia le distanze da case e strade.

Il Comune di Pietrasanta, inoltre, ha deciso di convocare un incontro tra tutti i soggetti interessati per verificare le possibiità di intervento a monte - anche realizzando apposite aree di ‘appastamento’ (dando cioè loro del cibo) dei cinghiali.