Categoria principale: Approfondimenti Caccia
 
L'abbattimento di beccacce oggi non è solo ad appannaggio di pochi cacciatori che praticano in via esclusiva, o quasi, tale forma di caccia. Soprattutto in Italia, infatti, il prelievo è realizzato in maniera crescente anche da cacciatori generalisti. Anche in base a nostre indagini, la beccaccia rientra sempre più frequentemente nel carniere sia di cacciatori che praticano la caccia generica alla migratoria (anche da appostamento), sia di altri dediti alla caccia col cane alla selvaggina stanziale. Più o meno tutti, in sintesi, ricercano e abbattono beccacce nel nostro Paese.

In questa situazione, il prelievo diviene sempre più diffuso e massificato; il suo contingentamento inapplicabile; il monitoraggio e il controllo praticamente irrealizzabili. Anche le misure di conservazione della specie recentemente introdotte, come la riduzione del carniere massimo giornaliero e/o mensile e dei tempi di caccia, soprattutto in gennaio, risultano assai limitatamente efficaci in un quadro generale di prelievo generalista e capillare. Tutto ciò ci porta inevitabilmente a dover trovare soluzioni rapide e concrete che riconducano la caccia alla beccaccia entro livelli di sostenibilità e l'esercizio del prelievo compatibile con gli obiettivi di conservazione. Oggi per il Club della Beccaccia e per Beccacciai d'Italia sostenere ed applicare il concetto "caccia sostenibile alla Beccaccia", significa incidere profondamente nel modo di concepire e praticare la caccia a questa specie. Operare una vera e propria rivoluzione culturale nella caccia alla migratoria.

Non sono più sufficienti le opere di sensibilizzazione ed i processi culturali avviati da tempo dalle nostre associazioni. Serve una svolta fondata su azioni innovative ed in netta discontinuità con le tradizioni e le consuetudini venatorie storicamente ingenerate in Italia. La soluzione che può contribuire in tal senso a dare una svolta significativa può solo passare per l'introduzione della caccia specialistica alla beccaccia. L'obiettivo deve essere quello di consentire la caccia alla beccaccia a soli cacciatori-cinofili formati e specializzati attraverso appositi percorsi di formazione. Ovvero, analogamente a quanto avvenuto negli ultimi anni in Italia con la caccia di selezione agli ungulati selvatici, anche per il cacciatore di beccacce deve essere avviato un percorso di robusta acquisizione di nozioni e conoscenze fondamentali sulla specie e sul suo prelievo. Biologia, ecologia, etologia, status di conservazione, fenologia migratoria, tecniche di prelievo, approccio alla caccia e conoscenze cinognostiche e cinofile, debbono obbligatoriamente rappresentare quel bagaglio culturale attraverso il quale il cacciatore di beccacce dovrà dimostrarsi cosciente del valore biologico e della vulnerabilità di una risorsa faunistica e del suo habitat, consapevole dell'incidenza della sua attività sulla conservazione della specie, idoneo a praticarne il prelievo.

L'autorizzazione alla caccia specialistica non dovrà basarsi sul solo superamento (tramite idonea valutazione) di un percorso di formazione, ma dovrà includere annualmente l'obbligo per il cacciatore specialista di beccaccia di offrire opere e azioni volontarie di gestione.

Su tutte, l'obbligo di raccolta delle ali per la determinazione dell'età, dei dati riguardanti il sesso e il peso dei capi abbattuti, delle informazioni utili alla compilazione delle schede di rendiconto giornaliero di caccia, nonché di tutte quelle informazioni necessarie alla comunità scientifica nazionale - e da essa richieste - per incrementare le conoscenze sulla beccaccia nel nostro Paese e migliorarne la gestione venatoria. Si pensi, ad esempio, alla realizzazione di un programma nazionale definito dall'Ispra, di concerto con le amministrazioni locali, di "censimento" e monitoraggio delle presenze durante lo svernamento e la fase di migrazione pre-nuziale con l'uso del cane da ferma (dal 1° febbraio al 31 marzo).

L'associazione obbligatoria tra autorizzazione alla caccia alla beccaccia e il superamento di un apposito percorso di formazione che definisca la specializzazione del singolo cacciatore, può rappresentare, a nostro avviso, il modo più efficace per conseguire l'obiettivo della sostenibilità dell'attività venatoria su elementi quali:

Siamo consapevoli che, probabilmente, l'avvio della caccia specialistica alla beccaccia e la sua ampia adozione da parte delle Regioni italiane potrà realizzarsi in tempi non immediati. Serve, per iniziare questo rivoluzionario percorso, un'opportunità. Un'occasione per introdurre e sdoganare il tema. L'occasione oggi esiste. E' fornita dalla recente adozione in diversi calendari venatori regionali dell'anticipo della chiusura del prelievo alla beccaccia. Sulla base dei Key Concepts della Direttiva Uccelli 79/409 e della Direttiva 09/147, infatti, in alcune aree del nostro Paese il prelievo di questa specie è stato sospeso in date antecedenti al 31 gennaio. Questa scelta ha destato non pochi malumori nel mondo venatorio, ma soprattutto non è stata accettata e compresa. Noi del Club della Beccaccia e di Beccacciai d'Italia, al contrario, crediamo fermamente che l'applicazione di questa misura protettiva sia doverosa qualora venga dimostrato l'inizio della migrazione pre-nuziale in Italia già alla seconda decade di gennaio. Siamo convinti, altresì, che la necessità di rispettare tale fase biologica possa rappresentare lo strumento migliore per introdurre la caccia specialistica alla beccaccia nel nostro Paese. In che modo? Non sospendendo tout court l'attività venatoria in via precauzionale nel mese di gennaio, bensì autorizzando il prelievo della beccaccia fino alla seconda decade del mese di gennaio (20 gennaio) ai soli cacciatori-cinofili specializzati. Ovvero, ai soli cacciatori che abbiano frequentato - e idoneamente superato - uno specifico corso di formazione.
 
Disporre di una schiera selezionata e numericamente contingentata di "cacciatori formati" e abilitati ad un prelievo numericamente circoscritto (prelievo massimo mensile), a nostro avviso, oltre ad introdurre per la prima volta il principio culturale della "caccia specialistica", consentirebbe:
 
E' ferma convinzione dei nostri sodalizi che siffatto quadro di azioni potrà determinare una progressiva, quanto rapida, diffusione della cultura del prelievo specialistico, nonché l'innesco di un virtuoso percorso di educazione dei cacciatori (progressivamente estendibile per analogia anche a quelli deditiad atre forme di caccia) che subordini il prelievo all'acquisizione di un irrinunciabile bagaglio di avanzate conoscenze e consapevolezze faunistico-ambientali.

Di pari passo all'introduzione di una prima forma di caccia specialistica è necessario, inoltre, introdurre forti e realistiche misure di contrasto alla caccia all'aspetto alla beccaccia. Illegalità, questa, che in Italia pare esser divenuta una consuetudine di ampissima diffusione, praticamente impossibile da contrastare attraverso il gli ordinari controlli di vigilanza e le cui conseguenze (in termini di animali abbattuti) pesano in modo insostenibile nel novero delle criticità per la conservazione della specie.

Alberto Pellegrini presidente del Club della Beccaccia e Paolo Pennacchini presidente di Beccacciai d'Italia
 
 
Le proposte dei due club specializzati in sintesi.

Di seguito le proposte inerenti l'introduzione della caccia specialistica e le misure di contrasto della caccia all'aspetto alla beccaccia (da sottoporre ad ogni Regione).

L'esercizio dell'attività venatoria sulla beccaccia dal 1° al 15 gennaio è riservato ai soli "cacciatori specialisti" che abbiano seguito specifico corso di formazione riconosciuto dall'Ispra (vedi riquadro).

Il prelievo della beccaccia dal 1° al 15 gennaio è autorizzato:

Il cacciatore specialista di beccaccia, registrato in apposito albo provinciale, si rende disponibile per almeno 4 sessioni di censimento, ovvero per le attività richieste di monitoraggio della specie durante la fase di svernamento e di ripasso primaverile (migrazione pre-nuziale) fino al 31 marzo. Tale attività si svolge senza fucile, con l'uso esclusivo del cane da ferma, con l'impiego di schede raccolta dati e con le modalità di "Regolamento Monitoraggio Nazionale Beccaccia", validati dall'Ispra, in collaborazione con CDB-BDI, in aree individuate dalle amministrazioni locali.

Dal 1° novembre al 31 gennaio tutte le forme di caccia, ad esclusione di quelle agli ungulati selvatici e fatta eccezione per quelle condotte da appostamento fisso all'interno di aree tabellate, iniziano alle ore 8.00 e terminano alle ore 16.00.

La violazione del punto 7 così come la pratica della caccia d'appostamento (posta) alla beccaccia comportano in aggiunta alle sanzioni previste dalle leggi vigenti, la sospensione immediata del tesserino venatorio regionale per la stagione venatoria corrente e per quella successiva (NB. Azione deterrente che si affianca a quella insufficiente della sola sanzione pecuniaria).

L'articolo è stato pubblicato sul n°11-2013 di Beccaccia che Passione.

Stampa