Attualmente gli unici a poter svolgere questo compito sono i 'Cani antiveleno' come "Datcha", il cane che ha svolto l'esercitazione, addestrato per il ritrovamento dei bocconi avvelenati. "Alla base dell'addestramento del cane - ha affermato Mango - c'è una forte relazione fra conduttore e cane. Come prima cosa all'animale deve essere insegnata l'obbedienza di base, così da essere gestibile e rispondere a determinati comandi.
 
Successivamente si lavora sugli odori stando ben attenti ai veleni che possono agire anche per inalazione". Durante la prova l'addestratore Alberto Angelini ha portato il cane in fondo alla pineta mentre nella parte alta veniva rilasciata l'esca avvelenata. Datcha, con a fianco Angelini, che non l'ha mai persa di vista, si è mossa velocemente odorando il territorio in maniera certosina fino ad arrivare all'esca. Dopo averla riconosciuta si è seduta aspettando la sua ricompensa ovvero un manicotto di corda con il quale la piccola è abituata a giocare insieme al suo padrone. Tutto il lavoro è impostato sul gioco - continua Mango - il cane deve avere una forte attitudine al divertimento, per questo l'addestramento del cane antiveleno in genere comincia a circa quattro mesi". Da sottolineare il grande successo di questa iniziativa che ha visto in prima linea la Provincia di Perugia, da sempre sensibile alle tematiche legate al mondo animale. Un mondo che appassiona e avvicina, in tutti i più svariati risvolti, un crescente numero di cittadini anche grazie all'incessante lavoro di associazioni e volontari.


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