I nostri allevamenti sono quotidianamente attaccati da lupi e cani inselvatichiti; migliaia di capi vengono uccisi ogni anno, mentre cresce costantemente il numero di aziende costrette a cessare l’attività».

Dal Duemila ad oggi cinghiali e caprioli in Toscana sono raddoppiati. Si contano in Toscana oltre 400.000 ungulati ed un numero crescente di predatori, che impediscono agli agricoltori di produrre, danneggiano i boschi e l’ambiente, provocano incidenti alle popolazioni. La densità dei cinghiali è ormai a livelli spaventosi: per ogni 100 ettari di territorio ci sono in Toscana almeno 20 cinghiali, mentre il Piano Faunistico Regionale prevede 0,5-5 capi ogni 100 ettari.

All’enorme numero di cinghiali si aggiunge un numero quasi uguale di caprioli, in costante aumento. Per ogni agricoltore ci sono ormai 5 capi ungulati, un carico quasi raddoppiato in cinque anni. 10 milioni di euro di danni produttivi sono stati accertati dagli ATC negli ultimi 5 anni, ma i danni economici ed imprenditoriali sono in realtà assai superiori. Inoltre – denuncia la Cia Toscana – numerose specie non cacciabili, dallo storno al piccione, creano danni che nessuno risarcisce».

«La gravità della situazione è riconosciuta ma dobbiamo constatare, ed è ancora più preoccupante, l’attuale stato di inerzia. Lanciamo un appello alle Istituzioni – conclude Pascucci -, agli atc, alle associazioni ambientaliste, alle associazioni venatorie, a tutte le forze politiche, sindacali, imprenditoriali e sociali, ai cittadini che hanno a cuore l’agricoltura. Chiediamo l’immediata convocazione dei consigli comunali, provinciali e regionale per affrontare l’emergenza faunistica» 

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