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Strage di trote nel fiume Sele, scatta l'inchiesta della Forestale - (14/01/2014)

Scorre copioso, il Sele, soprattutto in questo periodo invernale. Scorre veloce a valle seguendo un percorso che lo fa arrivare fino a Contursi, dove si interseca con il Tanagro e dove si arricchisce di acqua termale. E poi giù fino al mare, a Paestum.

Le sue sorgenti dissetano un'intera regione, la Puglia, e 400 mila salernitani, dal capoluogo fino alla Piana del Sele, oltre a tanti piccoli e grandi Comuni dell'Alto Sele, Tanagro, Alburni.

Una miniera d'oro bianco, unica, ineguagliabile che, per la seconda volta in pochi mesi subisce un colpo mortale. Lo subisce la regina delle sue acque, la trota. Ancora una volta, trote senza vita scorrono in quelle acque copiose, ne sarebbero state calcolate all'incirca in una decina di chili.

Per la seconda volta in pochi mesi, nel tratto tra Caposele ed Oliveto Citra, si registra una morìa senza fine che la Riserva naturale dei fiumi Sele-Tanagro denuncia, richiamando ferrei controlli. Dopo la morìa di ottobre, arriva quella di oggi. E la denuncia, pur senza prove alla mano, precise responsabilità.


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