Facebook.com
 
La rassegnazione è l’anticamera della fine! - (12/11/2013)
 
 
 
Orfani di una politica sempre più lontana dalle esigenze territoriali, e delusi dal bieco populismo di cassandre interessate al proprio tornaconto, i cacciatori italiani si sentono in balìa di forze organizzate e tecnicamente preparate che fanno, appunto, leva su un diffuso sentimento di delusa rassegnazione.

Ma per fortuna non tutti sono disposti ad accettare supinamente questo destino c’è chi, al contrario, assumendosi le proprie responsabilità di forza sindacale, risponde carta su carta.

Tra questi ultimi, la sezione regionale del Lazio dell’Arcicaccia e quella provinciale di Roma dell’Enalcaccia, che pretendendo un destino diverso per la caccia, hanno deciso di unire le forze per rispondere a quello che può essere considerata un’illegittima richiesta di sospensione della caccia nel Lazio.Tecnicamente viene definito un atto di “intervento ad opponendum” in pratica, per i non addetti al lavoro, si tratta di una richiesta affinché il ricorso venga rigettato perché inammissibile ed infondato.

E’ una goccia in mezzo al mare ma è comunque un modo, secondo Arcicaccia Lazio ed Enalcaccia Roma, per affermare e difendere la dignità e la legittimità dei propri soci, cacciatori e cittadini, che come tali vanno rispettati e difesi, rappresentando un universo socio culturale ed economico di rilevante importanza.

Il 12/11/2013, quando si discuterà presso il TAR del ricorso al calendario venatorio del Lazio ci saranno anche i cacciatori a far valere le loro ragioni, ma soprattutto a ribadire che l’attività venatoria é componente fondamentale della gestione dell’ambiente e della fauna che lo abita, ed i cacciatori un presidio irrinunciabile sul territorio.

Giacomo Cretti

Stampa   Email