Di poi, l’ incremento del  lupo, con il conseguente abbandono dell’ attività zootecnica.

La situazione, che ha raggiunto il livello  di  guardia, fa registrare quotidianamente incidenti  stradali, in una realtà in cui, stante le vigenti  normative in materia, non sono attuabili, all’ interno  dell’ area tutelata, interventi  di  controllo sulle specie in esubero. 

Per non parlare delle promesse fatte nel  tempo a vari livelli  che garantivano l’ incremento di attività turistiche e svariate opportunità di  lavoro legate al nascituro parco nazionale e che invece, a distanza di anni, hanno prodotto risultati totalmente fallimentari.

Se pensiamo  poi ai  vincoli  previsti  nel  settore edilizio imposti, ci  convinciamo ancor di  più  che il Parco  Nazionale, altro  non è stato  che un forte portatore di  limitazioni alle normali attività delle popolazioni residenti, alle  quali che non ha portato beneficio  alcuno.

Agli  amministratori del  Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi che nel  tempo  si  sono  avvicendati, forse è sfuggito  il concetto che è grazie all’imprescindibile rapporto  uomo natura se oggi  siamo eredi di un  importante patrimonio e di un paesaggio di grande valore; in una società in cui prevale l’ ambientalismo esasperato, sembra oltremodo che a tutti  i costi si  debba considerare la presenza umana nel territorio come anomala e recente.

E che questo sia sempre stato il proposito è dimostrato dalla bozza di regolamento recentemente proposta dall’Ente Parco la cui impostazione è spesso ideologica e sposa una linea integralista che mal si concilia con una comunità che da sempre ha vissuto in simbiosi con le sue risorse naturalistiche. Si vogliono inserire infatti ulteriori e numerosi vincoli, cavilli burocratici e costi che penalizzano e talvolta rendono impossibile il già complesso sviluppo del territorio, nonché la vita dei residenti: “Pesca a pagamento, aree vietate al’ attività ittica e riduzione dei  periodi di  pesca già normati  dagli  organi  di  competenza quali le regioni, ulteriori corsi  di  abilitazione per la ricerca dei  tartufi  ed aree ove la raccolta del  tartufo  viene interdetta, divieti di trasporto  della fauna legalmente abbattuta, attraversando  il territorio interessato  dal  parco, obbligo  di  custodire i  cani solo  nel  resede dell’ abitazione ed altro  ancora sono limitazioni inaccettabili, afferma Iacopo Piantini, Presidente Provinciale di  Enalcaccia”.

A tal riguardo, l’ Enalcaccia, già nel  mese di  marzo  scorso, ha depositato le proprie osservazioni, chiedendo una revisione complessiva alla bozza del  regolamento, per ciò che concerne i settori  di  competenza ittico venatori e di  raccolta dei prodotti del  sottobosco.

Auspichiamo  che il commissario dell’ Ente Parco, di  recente nomina, porti un valido  contributo, affinchè la bozza di  regolamento formulata precedentemente a tale elezione, venga complessivamente rivista in ogni  sua parte.  

Enalcaccia, inoltre, convinta che i risultati attesi hanno dato  esiti  negativied avendo registrato,nelle varie assemblee pubbliche organizzate di  recente dalla Amministrazioni locali, uno stato  di malessere diffuso tra le popolazioni residenti per la problematica “Parco”, sostiene la mozione che prevede la riduzione dei confini del territorio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, la quale, in sostanza, propone di escludere dall’ area protetta i centri abitati, facendone coincidere i confini con le storiche foreste demaniali.Crediamo che sia dovere delle istituzioni dar voce alle richieste dei propri cittadini e quindi appoggiare questa iniziativa.

Iacopo Piantini
Presidente Prov.le Enalcaccia Arezzo


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