Nel bolognese – afferma Coldiretti – questo volatile colpisce in particolare colture ad alto valore aggiunto e ad alta manodopera, come frutteti e vigneti, mettendo a rischio il reddito delle imprese e l’occupazione.

In questo periodo vengono colpiti in particolare i 480 ettari di ciliegie e i circa 700 ettari di susine rimasti senza difesa in quanto l’assessorato provinciale Caccia e Pesca ha già concluso i piani di controllo per il 2013. Così gli storni possono tranquillamente saccheggiare i frutteti perché l’Ispra, Istituto Superiore per la. Protezione e la Ricerca Ambientale, organo deputato ad autorizzare i piani di controllo, non ha intenzione di concedere deroghe al piano appena concluso.

Unica alternativa – sostiene Coldiretti – è una richiesta dell’amministrazione provinciale di un nuovo piano di controllo, che ha però normalmente una procedura di autorizzazione di 15-20 giorni. Tempo sufficiente perché alla fine siano più le ciliegie mangiate dagli storni che quelle raccolte dai produttori, con pesanti perdite economiche per chi dal lavoro nei campi trae il proprio reddito.

E’ una situazione che si trascina da tempo, afferma Coldiretti ricordando che già un anno fa l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, aveva chiesto all’allora ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, di inserire lo storno tra le specie cacciabili, ottenendo anche il parere positivo dell’Ispra. Non se ne è fatto niente, ma riteniamo che questo precedente costituisca un motivo in più per chiedere immediatamente un nuovo piano di controllo. Solo nel 2011 (ultimi dati disponibili) – ricorda Coldiretti – i danni da storno in provincia di Bologna sono stati pari a 28.563 euro, che si vanno ad aggiungere agli 660 mila euro di danni fatti dagli altri animali selvatici. 


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